Giordania: (s)consigli di viaggio per visitare un Tesoro di Paese in tranquillità

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C’è qualcosa di più fascinoso del Medio Oriente? Si, la mia vocina nella testa urla “una svendita da Fendi!”.

Torniamo seri.

C’è qualcosa di più fascinoso del Medio Oriente? No.

La nuova rubrica “Reddy & White viaggiano per il mondo” questa volta vi porta in Giordania. Vi anticipo che Danilo (menzionato ormai da qualche articolo fa come mio marito – come corrono gli anni!) questa volta è uscito illeso dal viaggio, non ha avuto crisi isteriche ne prima ne durante il volo. Il che mi ha permesso di godermi davvero la vacanza.

Abbiamo fatto un tour di 5 giorni a luglio 2023 (siamo appena tornati, sigh!). Inizialmente eravamo combattuti se portarci Baby Dodo o meno, alla fine abbiamo desistito (e abbiamo fatto bene). Luglio non è la stagione migliore per visitare un posto così caldo e le distanze in macchina non sono da sottovalutare. Nota positiva: la pensano tutti così riguardo il caldo, quindi c’era davvero poco turismo e abbiamo girato i siti senza fare mai neanche un secondo di attesa.

Prima di partire fate il Jordan Pass (JP) che integra e sostituisce il visto di ingresso oltre a garantirvi l’accesso ad ALCUNE attrazioni. Sottolineo “alcune” perchè tutto ciò che è sotto la custodia della Chiesa si paga ugualmente (quindi la maggior parte delle cose che vorrete vedere). Sul sito giordano del Jordan Pass invece scrivono che praticamente tutti gli ingressi sono inclusi. Mega-buuuuu! (qui il link per il Jordan Pass online). Per chi volesse pagare sul posto lo può fare appena atterrato, quando siamo arrivati noi erano veloci e la coda era comunque unica sia per chi ne era già in possesso sia per chi doveva pagarlo (con carta).

L’areoporto non è per nulla degradato come mi aspettavo, gli da una pista a Ciampino.

E’ pieno di mosche ovunque, non lasciate alimenti scoperti e non dormite a bocca aperta XD

Gli hotel ci hanno messo sempre a disposizione acqua gratis in bottiglia a volontà.

Per la prima volta abbiamo deciso di fare il tour con un driver che ho trovato su Fb e ci è andata di lusso. Lo rifarei altre mille volte. Non perchè sia pericoloso girare in autonomia con la macchina ma piuttosto perchè ci ha fatto vedere cose che sono sicura non abbiano visto altri miei amici che sono partiti in autonomia. Inoltre, questo ve lo dico prima di iniziare a raccontarvi il viaggio, il driver locale viene trattato moooolto diversamente rispetto al turista. Per farvi un esempio, a noi una bottiglia di acqua ce la mettevano 2€, a lui 20centesimi o non pagava proprio. Infatti scendeva sempre lui a comprare le cose da parte nostra (su sua iniziativa). Inoltre in Giordania si contratta per qualsiasi cosa, dall’hotel, all’alimentari, alla foto sul cammello, al taxi ecc. ecc.

Parlano tutti benissimo l’inglese quindi non avrete difficoltà a muovervi, ma un driver locale può rispondere a tutte le curiosità che vi vengono in mente riguardo la loro cultura. Al mio driver ho fatto talmente tante domande che penso abbia festeggiato quando ci ha mollati in areoporto per il ritorno.

Berrete molto tè… se siete deboli di vescica non è il Paese che fa per voi (non vi consiglio di provare i bagni lungo la strada perchè sarebbe un’esperienza mistica).

Non abbiamo visto spazzatura in giro, anche i suk erano puliti. Il mio metro di paragone rimane sempre Trastevere alle 4 del mattino … Però non brillano in “usanze igieniche”, questo va detto. Toccano il cibo con la mano e te lo passano, non ci sono misure igieniche nelle cucine, le stoviglie sono sporche, molte tovaglie non vengono cambiate tra un cliente e l’altro, gli alimenti sono lasciati a cielo aperto, ecc.

Le donne hanno molta libertà, o per lo meno rispetto all’idea che mi ero fatta prima di arrivare qui. Possono quantomeno uscire e fare cose divertenti. La sera ad Amman era pieno di ragazze che si trovavano nei bar/ristoranti a fumare narghilè e cantare con la musica live. La maggior parte indossavano lo chador, qualcuna il burqa, ma ce ne stavano altrettante in t-shirt e volto scoperto.

(S)consiglio: in areoporto cambiate lo stretto indispensabile perchè il cambio valuta non è favorevole. Stessa cosa per i piani tariffari delle sim.

Consiglio: per i mini spostamenti utilizzate Uber. Incredibile ma vero, qui funziona e costa una cavolata.

1° giorno – Amman

Partiamo la mattina da Roma/Ciampino e dopo TRE-ORE-E-TRENTA di hostess che urlavano pubblicità varie sul volo Ryanair atterriamo ad Amman e, come sempre, ci ripromettiamo di non volare più con loro. Prendiamo un Uber fuori dal gate e andiamo all’International Hotel Amman (5 stelle). Si trova a circa 20min dal centro della città, ma è un punto strategico per ripartire il giorno dopo evitando almeno 1ora di traffico. Penso di poter paragonare il traffico di Amman a quello di New York City. Assurdo. Riprendiamo un Uber per andare in centro a cena e, visto che ancora non avevamo comprato la sim per il cellulare, ci siamo arrangiati senza navigatore e parassitando un po’ qualche wifi locale.

Ci siamo fatti portare a Rainbow Street e ci siamo fermati da Mijana. Individuerete questo ristorante su più piani da lontano perchè è super illuminato. E’ il posto più fotografato alla sera perchè lungo la strada e per tutto il locale sono appese tantissime lanterne colorate. Magari era la classica trappola instagrammabile per turisti, ma abbiamo mangiato molto bene (l’hummus più buono che abbia mai provato). Il costo era alto per la media del posto.

Finiamo la serata da Nara Cafe a fumare narghilè con i local e a ballare musica araba super orecchiabile (eravamo gli unici turisti). Se volete cocktail alcolici dovete chiedere, se leggete Mojito non date per scontato ci sia dentro dell’alcool. Non occorre il navigatore, entrambi i locali sono sulla sinistra, un po’ più avanti della piazza dove vi lasciano i taxisti se gli chiedete di portarvi a Rainbow St.

2° giorno – Madaba/Monte Nebo/ Deserto Wadi Rum

Appuntamento nella hall con il driver alle ore 9,30 del mattino. Dopo i primi 5 minuti di convenevoli, comincio a coinvolgerlo nel mio disagio facendogli domande a raffica e chiedendogli di frenare di botto nei posti più improbabili per scattare qualche bella foto. Lui,più matto di me, mi ha sempre accontentata XD La prima tappa è Madaba, famosa per i mosaici siti nei sotterranei della Chiesa Ortodossa di San Giorgio (sono una copia degli originali) e per la mappa più antica della Terra Santa mai rinvenuta fino ad ora, chiamata Mappa di Madaba. L’ingresso NON è incluso nel JP. Salite sulla torre della decapitazione. Attenzione perchè il passaggio è stretto e assolutamente non in sicurezza (state attenti anche a non prendere le grosse campane in ghisa con la testa come ha fatto Danilo e state attenti a non trascinarvi via le corde che muovono le campane o sentirete i rintocchi bene bene nel cervello). Comunque la vista da quassù non mi è sembrata questo chissà cosa.

Prima di finire il giro il nostro driver si ferma da alcuni amici e ci fa aspettare che questo piccolissimo negozio sforni dei “rustici” tra i più buoni mai assaggiati. Se vedete la foto, quando prima parlavo di scarso igiene, mi riferivo -anche- a questo. Ma forse è proprio questo che gli da più sapore XD Il negozio che si trova sulla salita a sinistra prima di arrivare alla Mappa è a conduzione familiare e rifornisce tutti i ristoranti della zona, non espone in vendita i suoi prodotti. Gli porti la carne macinata che desideri e lui ci farcisce le sue sfoglie.

Si procede con la seconda tappa che tanto è di passaggio: Monte Nebo. Da qui sopra si vede tutta la Terra Santa. Sarebbe il posto dove Dio mostra appunto a Mose’ e il popolo di Israele la loro terra promessa. Qui muore Mose’.

Episodio spiacevole: il nostro driver si chiede ad alta voce “chissà perchè questo posto è in mano alla Chiesa?” e il frate in guardiola, che capiva l’italiano, si è incazzato come una biscia e l’ha buttato fuori dal sito religioso perchè secondo lui, il nostro driver, avrebbe offeso la Chiesa… Noi mortificati per tanta stronzaggine da parte del frate. Ma vabbè, lasciamo correre. Il tempo di visita qui è di circa 15 minuti – 25min. se vuoi perdere tempo a fare foto e leggere le spiegazioni. Inutile dire che ANCHE QUI SI PAGA L’INGRESSO. A meno che non siate dei grandi religiosi non è questo granchè neanche questo sito, ma andava visto per forza (non mi sentirei di dirvi di saltarlo).

Direzione tappa finale: il deserto del Wadi Rum. Conosciuto a livello storico per l’ufficiale britannico Lawrence d’Arabia che fece qui la sua base operativa durante la Rivolta Araba contro gli Ottomani, tra il 1917 e il 1918. Ma ancora più conosciuto perchè ci hanno girato film come Star Wars, Aladin, Lawrence d’Arabia, Indiana Jones e Transformers. E’ il deserto più grande della Giordania ed è abitato sin dalla preistoria. Dal 2011 è Patrimonio Unesco. I beduini dei camping comunque non credono assolutamente che Lawrence sia mai vissuto qui.

Per arrivare nel deserto si costeggia il Mar Morto, il punto più basso della Terra, 400mt sotto il livello del mare. Piccola sosta lungo la strada per vedere le “statue” di Lot (questa sono sicura non l’abbia mai vista nessuno dei miei amici senza driver). Lot è il nipote di Abramo in fuga verso la grotta in cui lui e le figlie si sarebbero rifugiati dopo la distruzione di Sodoma e Gomorra. Durante la fuga, la moglie di Lot venne trasformata in una statua di sale per essersi girata a guardare la città in fiamme (OH, SIAMO SEMPRE IMPICCIONE NOI DONNE!).

Il tempo di percorrenza da Monte Nebo al deserto è di 3ore ma noi ce ne abbiamo messe… SEI! XD Ma, senza questa deviazione aggiuntiva che ci ha fatto “perdere” 3ore, non avremo mai visto cose bellissime come questo bar affacciato nel nulla cosmico della riserva di Dana. In Giordania non si offendono se ti porti da mangiare cose comprate altrove, ti puoi sedere a consumare ciò che vuoi ai loro tavoli. Ovviamente a condizione che almeno gli compri un te’ o qualcos’altro (non te lo chiedono di certo, ma ci mancherebbe altro). Quindi noi ci siamo portati quissù dell’hummus e i restanti rustici di Madaba, accompagnando tutto con del te’ di questo bar.

Nota bene: anche se ci sono 50 gradi ti offriranno sempre da bere te’ BOLLENTE.

Sempre lungo il percorso per arrivare nel deserto abbiamo visto: 1)una marea di famiglie che facevano i pic-nic a terra nei campi incolti con fuoco acceso per cucinare, 2)tanti cammelli liberi (ce li siamo trovati diverse volte in mezzo alla strada -per fortuna sono ben visibili-), 3)cartelli segnaletici di attenzione per attraversamento cammelli, 4)tante tende beduine disseminate in ogni dove, anche dove non arriva l’acqua, 5)tante tende lungo la strada che vendevano frutta coltivata nei campi subito dietro e che sfilettavano erbe per faci le zuppe (in ognuna c’erano gruppi di famiglie intere che ci lavoravano).

Poco prima del tramonto arriviamo finalmente nel deserto. Abbiamo scelto il Memories Aicha Luxury Camp, un 5stelle con delle ball tutte vetrate per una vista sul deserto quasi a 360gradi. Mozzafiato! Il costo ne vale decisamente la pena. Ho trovato molto scortesi gli addetti al camping ma la bella vista mi ha fatto subito dimenticare tutto. La cena buonissima. E’ stato bellissimo dormire praticamente a cielo aperto. Un silenzio glaciale e tanto romanticismo nell’aria. Un posto perfetto per assistere al sorgere del sole dietro le montagne (si, sembra strano ma in questo deserto c’era molta roccia) e al calare della luce.

La serata la passiamo a rilassarci attorno al fuoco a guardare le stelle, bevendo te’ (e figurati!).

3° giorno – Petra

La mattina dopo facciamo il tour in jeep di 2 ore scorazzando tra le dune di sabbia e scovando le incisioni prestoriche nei piccoli canyon. Alle ore 10:00 siamo già stanchi , sudati lerci e ricoperti di sabbia rossa come delle fettine panate. Continuo a togliermi le scarpe e vedere uscire un’infinità di granelli di sabbia. Se me li riportassi a Roma potrei riallungare la battigia dei Cancelli di Ostia di almeno 1km.

Noi che, in questo viaggio sotto il sole di luglio, decidiamo di fare sempre escursioni fresche, ci mettiamo in viaggio per Petra per arrivare qui alle ore 14:00…O_o

Vi dico, c’è di peggio nella vita, ma questo ci si avvicina molto.

Finalmente il primo sito che non dobbiamo pagare e che risulta inclusa nel maledetto JP! Per i culoni, subito all’entrata del sito, trovate degli asinelli da cavalcare in modo sgraziato che vi fanno risparmiare circa 1km di passeggiata (è gratis). Noi decidiamo di andare a piedi. Il nostro “itinerario breve” è di SOLI 18km. I più coraggiosi possono affrontare quello di 30km, ma forse occorre l’ingresso al sito per 2 giorni per completarlo tutto. Si inizia con qualche km di canyon (molto bello all’andata, noioso all’uscita). Arriviamo al Tesoro e ci facciamo le foto di rito. Paghiamo 1jod per la foto sul cammello e qualche altro jod per arrampicarci sul sentiero interdetto al passaggio per fare la foto dall’alto (…e anche qui ti offrono il caffè! Ma faceva davvero schifo la condizione igienica che non ci abbiamo minimamente pensato ad accettare).

Se volete portatevi qualche cosa da mangiare, ma l’acqua è un peso inutile. La vendono ogni 100mt (fresca di frigo). Nel sito vivono tutt’oggi circa una quarantina di famiglie beduine. Si rifugiano nelle grotte che vedrete durante il percorso. Ti tartassano dall’inizio alla fine per offrirti passaggi in jeep, cammello o mulo, tanto sanno che il percorso è talmente lungo, in salita e faticoso che prima o poi cederai... SPOILER: noi abbiamo resistito e siamo andati/tornati completamente a piedi. Gli ambulanti invece stanno nel loro. Il tempo di percorrenza, andando veloci, è di c.a. 5 ore. Qualche tappa è stata obbligatoria per salire al Monastero. Ad un certo punto pensavo davvero di rimanerci secca.

A dire la verità sono rimasta un po’ impassibile davanti al Tesoro perchè ho visto talmente tante foto negli anni che mi ha quasi nauseata. Non è stata la magia che mi aspettavo. Quello che invece mi ha fatta impazzire di bellezza è stato il Monastero (quello che si raggiunge dopo quasi mille gradini e sentieri vari). Probabilmente anche perchè è stata così dura arrivare fin lassù che era un misto di estasi, orgoglio e bellezza.

Comunque Petra esperienza bellissima. Quando siamo usciti verso le 20/20,30 di sera dal sito stavano allestendo tutte le candele per il Petra By Night. A noi non interessava minimamente acquistare i biglietti, ma chi volesse può provare ad uscire più tardi possibile dal sito in modo tale da sbirciare l’evento (tanto non possono mandarti via quando sei già dentro).

Verso le 21 approdiamo al Petra Canyon Hotel e vi garantisco che è stato il momento più agognato della giornata.

4° giorno – Mar Morto

Lo chiamano Mar Morto, ma fondamentalmente è solo un lago salato, molto salato. Si trova ad oltre 400mt di profondità rispetto al livello del mare, infatti mano mano che ti avvicini si tappano le orecchie. Iniziamo quindi questa giornata carichi di acido lattico della scarpinata di ieri e di entusiasmo per il relax che ci attende al mare. Destinazione Hilton Dead Spa 5stelle. Qui abbiamo fatto la coda più lunga mai vista per un check-in (circa 40min). Non arrivate prima delle 15 perchè tanto non vi fanno entrare. E’ vientato introdurre cibo dall’esterno quindi abbiamo pranzato fuori con un kebab. A proposito di kebab, dovete assolutamente provarlo qui in Giordania! Super leggero, niente a che vedere con il nostro italiano.

Dall’hotel si vede la costa israeliana davanti, dove ogni sera tramonta un sole splendido e romanticissimo.

Cooooomunque, ero venuta qui soprattutto per galleggiare sull’acqua salata e farmi i fanghi naturali presi dalla sabbia all-day-long, ma abbiamo resistito forse poco più di un’ ora. Le temperature sfioravano i 46 gradi e avrei voluto uccidere ogni mosca che mi si posava sopra (sono una marea). Il mare è un brodo, la temperatura esterna è assimilabile all’aprire il forno venitilato e ficcarci dentro la testa XD La mia anemia in brodo di giuggiole. Ad ogni modo in zona Mar Morto c’è il nulla cosmico, quindi sceglietevi bene il resort in cui soggiornare perchè dovrete passare li tutto il giorno. Il nostro per fortuna aveva un sacco di ristoranti buoni, bar, accesso alla spiaggia, intrattenimento serale e una super piscina a sfioro con musica e pool bar.

5° giorno – Amman di giorno

Siamo già arrivati alla partenza per Roma (come vola il tempo quando ti stai divertendo senza tuo figlio XD). Ci alziamo con calma, ma invece di crogiolarci al mare decidiamo di visitare Amman di giorno. Se non fosse per il traffico non ci sono molte cose da vedere e un paio di ore bastano. Alle 19 abbiamo il volo di rientro quindi forziamo la tabella di marcia e iniziamo con la grande Moschea Blu. L’unica accessibile ai non credenti e visitabile tramite una piccola offerta. Le donne vengono coperte con una tunica nera bella pesante che fa tanto piacere sotto al sole. La moschea è molto bella, si gira interamente scalzi.

Poi passiamo a visitare il suk principale della città. Per nulla sporco come altri suk visitati in Africa o Medio Oriente e non troppo disordinato. Mi porto a casa qualche spezia (messa in un sacchetto sottovuoto), braccialetti e calamite. Facciamo qui la nostra pausa pranzo ordinando dei rustici di pane da una delle bancarelle, cercando di ignorare la vista delle mosche sul cibo.

Passiamo alla parte moderna, con grattacieli, palazzi vetrati, centri commerciali e palazzi ben messi. In netto contrasto con il resto della Giordania. Ma non c’è assolutamente niente di interessante quindi potete anche saltare il giro.

Merita attenzione invece la Cittadella (almeno qui vale il JP). Si vede l’intera città dall’alto. Sotto alla collina ci sono kilometri di case ammassate che poi scopriamo essere il campo dei rifugiati palestinesi. Case, rumori e persone a perdita d’occhio. Mi chiedo per un attimo come sia vivere in quel groviglio e mi si accappona la pelle. La vista colpisce molto l’occhio. Il sito stesso è ben tenuto, con molti resti archeologici romani. Non siamo scesi al teatro romano perchè è il classico che abbiamo sempre visto in giro (e si vede bene anche dall’alto).

E’ ora di tornare a casetta, lasciamo la Giordania con la promessa di tornare e magari allungarci verso Israele… ❤

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